BLOCCO STIPENDI DIPENDENTI PUBBLICI: RIMBORSO DEGLI ARRETRATI

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A seguito delle numerose richieste pervenute alla ITM, si riaprono le adesioni per un nuovo ricorso collettivo volto ad ottenere il risarcimento dovuto ai dipendenti pubblici.

La legge n. 448/1998 stabilisce che i dipendenti pubblici statali hanno diritto a beneficiare ogni anno dell’ adeguamento retributivo rispetto all’ aumento del costo della vita, calcolato in base agli indici ISTAT.

La legge n. 122/2010 di conversione del D.L. 78/2010 ha, invece, disposto il blocco degli stipendi dall’ anno 2010.

La sentenza n. 178 del 24.06.2015 della Corte Costituzionale ha, poi, dichiarato l’ illegittimità di questa norma. Ha stabilito che il blocco degli stipendi sia illegittimo ed incostituzionale a partire dalla pubblicazione della sentenza: ossia da agosto 2015.

Dopo la sentenza della Consulta, arriva un’altra pronuncia contro il blocco della contrattazione nel pubblico impiego: il Tribunale di Parma, con sentenza depositata il 17 marzo 2017, ha riconosciuto l’illegittimità del regime di sospensione della contrattazione collettiva a partire dal 30 luglio 2015 nei limiti e nei termini della sentenza della Corte Costituzionale. In questo dispositivo il giudice “condanna il ministero della Giustizia, in persona del Ministro pro tempore, al pagamento dei compensi di lite, liquidati in 885,00 euro per la fase di studio, 740,00 euro per la fase introduttiva e 1.925,00 euro per la fase decisoria, oltre rimborso forfettario, Iva e Cpa”.
Insomma, il Tribunale di Parma ha nuovamente condannato il governo al risarcimento delle spese riguardo al ricorso promosso sull’illegittimità del blocco dei contratti.

A fine febbraio una sentenza simile è stata emessa dal Tribunale di Reggio Emilia..

Sono milioni i dipendenti pubblici che, nonostante la sentenza della Corte costituzionale, ancora non vedono riconosciuti i propri diritti a richiedere il risarcimento per i mancati arretrati sino alla riforma Madia. Pertanto ogni dipendente può richiedere giudizialmente il risarcimento e l’indennizzo per aver patito il blocco dichiarato incostituzionale. Per tale motivo l’ I.T.M. proporrà una nuova iniziativa nei confronti dello Stato e non nei confronti del proprio ente di appartenenza.

COSA SI PUO’ RICHIEDERE 

Tramite ricorso collettivo si chiede la condanna della Presidenza del Consiglio dei Ministri al:

  • risarcimento del danno subito da ciascun ricorrente per il periodo compreso tra il 30 luglio 2015 al 23 dicembre 2017 (pari a circa 200 € per ogni mese);
  • alla corresponsione di un equo indennizzo, a compensazione del sacrificio imposto ai ricorrenti per effetto del mancato adeguamento del trattamento economico-stipendiale, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2010 e il 30 luglio 2015 (pari a circa 100 € per ogni mese), anche a titolo di arricchimento senza causa dell’amministrazione, per un totale complessivo di                circa 11.000 EURO a LAVORATORE .

CHI PUO’ AGIRE

Per il riconoscimento del suddetto diritto, possono agire tutti i dipendenti di ministeri, province, comuni, regioni e di tutti gli enti pubblici, compresi i pensionati che non hanno avuto il diritto al rinnovo del loro contratto.

DOCUMENTI DA PRODURRE

Per inoltrare la richiesta di riconoscimento del proprio diritto occorre presentare:

  • I cedolini delle mensilità percepite negli anni interessati dal blocco, quindi dal 2010 al 2017 (in sostituzione possono essere prodotti anche i soli cedolini di gennaio e di dicembre per ogni anno dal 2010 al 2017 associati ai CUD riferiti agli stessi anni);
  • Documento d’Identità e Codice Fiscale;
  • Lettera per bloccare i tempi di prescrizione ( il fac-simile può essere richiesto gratuitamente alla ITM).

L’ I.T.M., in collaborazione con il suo staff di professionisti, promuove una seconda azione collettiva volta a richiedere il riconoscimento del giusto diritto sopra esposto ed informa che la nuova data di scadenza dei termini, per aderire all’ azione, è stata fissata al giorno

10 giugno 2018

Per maggiori informazioni contattare, dalle h 10.00 alle 17.00, dal lunedì al giovedì, i seguenti recapiti:
06 / 91932300
346 / 8464076
 itm.infotutelamedici@gmail.com
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